Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è stato istituito nel 1991 con la legge quadro sulle Aree Protette (legge del 6 dicembre del 1991, n. 394) e il 22 dicembre del 1998 è stato approvato lo statuto dell’Ente Parco dal Ministero dell’Ambiente.
Il Parco del Cilento è il posto ideale per gli appassionati di trekking: infatti qui si possono compiere tantissime escursioni. In questo articolo vogliamo presentare l’incantevole scenario delle Gole del Calore dove si possono compiere delle indimenticabili escursioni.
Le Gole del Calore sono delle profonde incisioni che sono state scavate nella roccia dalle acque correnti del fiume Calore Lucano che nasce dal Monte Cervati. Le cinque gole, tutte di eccezionale bellezza, si trovano nella parte alta della Valle del Calore. Le pareti calcaree delle gole in alcuni punti hanno un’altezza di qualche decina di metri. La prima gola che incontriamo nel nostro cammino, iniziando dalle sorgenti del fiume, è quella che si prolunga per diversi chilometri a monte del comune di Piaggine. Le alte pareti calcaree della gola precipitano a capofitto sulle curve del fiume. La seconda gola si trova nel paesino di Valle dell’Angelo: la parete della gola è costituita dal Monte Pescorubino. La terzo gola è situata a valle del comune di Laurino. La quarta gola attraversa il comune di Magliano Vetere e quello di Felitto, più precisamente attraversa una località di Felitto, ovvero Remolino. La quinta gola, che si incontra immediatamente dopo la quarta, si trova sotto una rupe a picco sulla cui sommità è ubicato il paese di Felitto. Dopo la quinta gola il corso del fiume Calore non è più “imprigionato” da pareti rocciose e rupi e, dunque, non si incontrano più gole lungo il suo percorso.
Lungo il percorso, e precisamente nella quarta gola, si incontrano delle meravigliose attrattive naturali: si tratta del “Ponte di Pietra Tetta” e della “Grotta di Bennardo”. Il “Ponte di Pietra Tetta” non è altro che un ammasso gigantesco di pietre che, franate in epoche remote, sono rimaste incastrate al centro della gola. Le superfici di queste pietre per secoli sono state levigate dalla corrente delle acque che, scorrendo in modo impetuoso, specialmente durante le piene, lasciano anche segni del loro passaggio, come tronchi, rami, indumenti e perfino carcasse di animali che sono precipitati. La “Grotta di Bernardo” (nel dialetto locale “Binnardo”) è una grotta che prende il nome da un brigante che, come racconta la leggenda, sarebbe vissuto nella grotta. Nel tratto più difficoltoso da percorrere della quarta gola, a sinistra si trovano gli strapiombi calcarei di una rupe chiamata “Rupe Rossa”, mentre, a destra si vedono le creste della Costa di Magliano. Sempre lungo il percorso della quarta gola, si incontrano anche architetture del passato come il ponte di Felitto e il ponte di Magliano Vetere. Il ponte in pietra di Felitto, chiamato comunemente “U Punticieddu” fu costruito in epoca medievale, nel XII secolo, per ragioni di viabilità: infatti, il ponte metteva in collegamento il comune di Felitto e quello di San Lorenzo e permetteva di raggiungere centri abitati e commerciali distanti. Il ponte presenta una struttura arcuata che è tipica dell’epoca in cui fu costruito. Anche il ponte di Magliano Vetere fu costruito in epoca medievale: realizzato interamente in pietra, è detto a “schiena d’asino” perché presenta la classica struttura ad arco.
La quarta gola può essere visitata non solo dall’alto grazie ai diversi sentieri di trekking, ma può essere visitata anche al suo interno grazie a diversi percorsi fluviali. Infatti, ciò è possibile nel periodo estivo perché, con la presenza di uno sbarramento artificiale che permette di rallentare il flusso dell’acqua, si possono organizzare delle escursioni in canoa o in pedalò. Chi fa queste escursioni lungo questi percorsi fluviali, può ammirare una natura selvaggia e incontaminata.
Le Gole del Calore presentano una ricca fauna e flora. La regina incontrastata delle Gole è la lontra, ma qui vivono anche la trota fario, il merlo acquaiolo, il martin pescatore e la salamandrina dagli occhiali. Per quanto riguarda la flora, qui sono presenti le felci, il bacco di mirto, il pungitopo e altre specie.