Tra i Parchi Archeologici di cui è ricca la Campania, quello di Velia è tra i meno conosciuti. In realtà, per bellezze naturali e importanza storica si tratta di uno dei siti più interessanti da visitare.
La fondazione di Velia risale al 540 a.C. ad opera di coloni greci in fuga da Focea, città dell’Asia Minore, conquistata dai Persiani. I Focei scelsero per il nuovo insediamento un promontorio roccioso sul mare che permetteva una buona difesa e la pratica delle attività a cui erano dediti, il commercio via mare e la pesca. Elea, questo il nome greco della città, fu un importante centro culturale grazie anche alla presenza di Parmenide e Zenone, fondatori della scuola filosofica detta appunto Eleatica.
Il percorso di visita parte dalla zona bassa dove si trovano il quartiere meridionale e una necropoli romana di età imperiale. Si entra nell’abitato attraverso Porta Marina Sud con le strutture difensive di V e III sec a.C. e si sale per via Porta Marina in un susseguirsi di testimonianze greche e romane. Sono visibili un impianto termale romano di II sec. d.C., alcuni edifici pubblici e le abitazioni private costruite con i cosiddetti mattoni velini di forma rettangolare o quadrata con una o due scanalature centrali.
Proseguendo la visita si giunge a quello che è il monumento storicamente più rilevante del sito, la cosiddetta Porta Rosa. Scoperta nel 1964 da Mario Napoli, che gli diede il nome della moglie, più che di una porta si tratta di un viadotto che nella parte inferiore permetteva il passaggio tra il quartiere sud e quello nord mentre nella parte superiore metteva in collegamento la zona dell’Acropoli con il quartiere delle Terrazze sacre superando l’ostacolo rappresentato dalla gola. La datazione alla seconda metà del IV sec. a.C. ne fa l’esempio più antico e meglio conservato di struttura greca ad arco di tutta la Magna Grecia. L’arco è mirabilmente costruito con la tecnica dei conci radiali senza l’utilizzo della malta. Giunti sull’Acropoli il primo monumento che si incontra è il Teatro di epoca ellenistica con rifacimenti di età romana. Una volta arrivati nel punto più alto si noteranno i resti di un Tempio Ionico di cui si riconoscono parte delle gradinate e spezzoni delle mura della cella. Parte del tempio nel XIII sec. è stata distrutta per far posto alla grande Torre Angioina a pianta circolare che ancora oggi domina la collina. Dopo aver ammirato lo splendido panorama della costa, è possibile visitare la collezione dei reperti archeologici dell’area, ospitata da pochi anni all’interno della Cappella Palatina e della Chiesa di S. Maria.
– Per i non vedenti è possibile seguire un percorso allestito nella parte bassa della città.